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Concepito come un pamphlet satirico, "La vera storia della Città del Fiore" si articola in quindici capitoli, ciascuno dei quali costituisce un episodio autosufficiente. L'elemento che tiene insieme e dà uno svolgimento alla narrazione è la figura di Farfarello, il demone burlone e dispettoso, il cui intervento mette sottosopra tutte le situazioni, facendo emergere gli aspetti tipici del nostro malcostume: vanità, ipocrisia, mistificazione. Lo scenario degli eventi è Firenze, città emblematica sia per essere sempre sotto i riflettori dell'attenzione internazionale sia per rappresentare efficacemente alcuni dei nostri tormentoni nazionali. Come si evince dai titoli dei capitoli, frequenti sono i richiami diretti all'arte e alla letteratura fiorentina, due eccellenze che una sana smitizzazione restituisce a una dimensione più accessibile; la terza eccellenza conclamata, il vino, è costantemente presente attraverso i nomi posticci dei vari personaggi, tutti ispirati alla viticoltura. Lo stile è sostenuto, perché Farfarello è un demone cólto e navigato e detesta la banalità; le intemperanze ricorrenti vanno lette come segni d'insofferenza, a cominciare dagli anglismi, forzatamente adattati alla pronuncia e alla grafia dell'italiano.